Spettacoli

Cagliari, La Vetreria
Venerdì 9 dicembre, ore 21:00

Scuola di Arti Sceniche La Vetreria/Cuori di Panna Smontata
RUMORE BIANCO

dramma collettivo diretto da Mauro Mou

con Edoardo Angius, Giulia Bacci, Debora Cannizzo, Enrica Casu, Maria Francesca Floris, Eleonora Fois, Daniele Lecca, Sara Mascia, Edoardo Messina, Marta Pianu, Andrea Pilloni, Sofia Luisa Quagliano, Francesco Rocco, Alessandra Solinas, Enia Carboni, Francesco Verati, Matteo Marongiu, Federico Piras, Riccardo Atzori, Elena Oviglia, Alessandro Gallo, Filippo Puddu, Martina Meloni

suono Matteo Sanna

luci Gianni Schirru

cura della messa in scena Chiara Aru, Francesca Pani, Francesca Vecere

Il “rumore bianco” è un continuo fruscio, una partitura panasonica che contiene in sé tutti i suoni.

Spesso questo fruscio viene generato dalla nostra radio mentre cerchiamo nell’etere, tra le frequenze, una stazione, un segnale, un suono, una voce. Quel fruscio considerato distensivo ha uno spettro uniforme e genera soltanto numeri aleatori, incerti. Come il punteggio ottenuto con il lancio di uno o più dadi; l’altezza di uno studente preso a caso dalla sua classe; il reddito medio di un campione casuale di famiglie italiane; la durata della vita di un individuo. Il rumore bianco, che ha ampiezza costante su tutto il range di frequenze, si prende in esame per essere confrontato con la reale risposta dell’ambiente in cui lo stesso segnale viene diffuso.  Mi piace pensare che i giovani siano il rumore bianco di una collettività, una partitura polifonica e imprevedibile che ci permette in qualche modo di misurare il livello della nostra società. E poi questa volta, in scena con loro, ci sono anche io. (Mauro Mou)

 

Cagliari, La Vetreria
Domenica 11 dicembre, ore 17:00

VOGLIAMO UN FUTURO

Incontro/spettacolo con i giovani migranti sbarcati a Cagliari in questi ultimi mesi

cura della messa in scena Guglielmo Aru

con la collaborazione di Chiara Aru e di tutti i volontari C.R.I.

Chiedere aiuto è un sacrosanto diritto, darlo è un nostro sacrosanto nostro dovere.

Essere ragazzi, approdare da soli dopo un tragico viaggio della speranza lasciandosi alle spalle la propria famiglia e la terra d’origine , giunti scalzi e feriti nel corpo e nell’anima ignari del loro futuro e con la grande difficoltà di comunicare anche le cose più semplici , a distanza di pochi giorni dal loro drammatico sbarco, ora provano a salire su un palcoscenico teatrale per dare e dire con il corpo e con la voce il loro grido adolescenziale desideroso di una vita più giusta .