L’Acquasantissima – Ultimo giorno di Don Salvatore


Con Fabrizio Pugliese
Testo e Regia Francesco Aiello, Fabrizio Pugliese
Musiche Remo De Vico
Coproduzione Ura Teatro e Teatri Del Sacro

Che cosa determina la non contraddizione tra la cultura mafiosa e quella cattolica?
Com’è possibile all’interno della stessa Chiesa la presenza di un Dio dei carnefici e un Dio delle vittime?
In scena è un mafioso stesso a parlare: le storie e fatti sono filtrati attraverso il suo sguardo.
La mafia può contare su miti potenti, riti, norme e simboli di forte presa, senza i quali sarebbe come un popolo senza religione, senza ideologia.
I mafiosi hanno costruito un’immagine di se da ‘uomini d’onore’, paladini dell’ordine che fanno giustizia, ma nella loro lunga storia non hanno mai difeso i deboli contro i forti o i poveri contro i ricchi.
La mafia è un fenomeno di classi dirigenti, di potere.
Abbiamo dato forma ad una creatura narrante, un’anima nera, il lato oscuro del pensiero meridiano.

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.


ITALO CALVINO

7 Agosto 2021 – Cantina Antichi Poderi – Festival dei Tacchi – Jerzu