PEDRIGHEDDU

di e con Pierpaolo Piludu
disegno luci, illuminotecnica di Giovanni Schirru
suono di Emiliano Biffi
scene Marilena Pittiu
regia e collaborazione alla drammaturgia di Alessandro Lay

La storia è sempre quella: ovunque ci sia della gente che vuole vivere tranquilla e in santa pace, senza fare del male a nessuno, arriva qualcuno che decide di sfruttarla senza pietà solo perché lui è grande, grosso, ricco e prepotente. La nostra fiaba racconta che non tanto tempo fa, in un paesino della Sardegna circondato dai monti, viveva un grande orco-porco malnato, arrogante, puzzolente e molto, molto vanitoso che era diventato il padrone di tutto e di tutti. Ma non solo: convinto com’era di essere l’orco più bello e più educato del mondo, aveva imparato a dire e a fare anche le cose più terribili con un bel sorriso sempre stampato sul suo faccione gommoso, untuoso e sudaticcio. In poco tempo aveva scritto, proposto e approvato, tutto da solo, le sue leggi e i suoi regolamenti a cui tutti dovevano obbedire, pena essere divorati seduta stante. Tra i vari articoli, uno diceva che ogni giorno i bambini della regione dovevano portare al suo castello i piatti più buoni che le loro mamme e i loro babbi sapessero cucinare, stando bene attenti a non assaggiare niente, altrimenti il brutto orco-porco malnato aveva il diritto, per legge, di mangiarseli crudi o cucinati come più gli piaceva. Un giorno venne il turno di Pedrigheddu, e mentre portava il pranzetto all’orco prepotente, non seppe resistere alla tentazione di assaggiare una polpetta e Pedrigheddu è una fiaba adatta ai bambini di tutte le età e, come in tutte le fiabe, i personaggi sono tutti frutto di pura fantasia e ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale: ci mancherebbe solo che esistesse davvero un orco-porco così schifoso, malvagio e prepotente…

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