Terza Ora Teatro

TERZA ORA TEATRO è la storica rassegna di matinée che il Cada Die Teatro organizza per gli studenti delle scuole superiori.
Ogni anno vengono proposti alcuni spettacoli rilevanti per tematiche storiche e sociali. Per i ragazzi, l’iniziativa rappresenta un momento di avvicinamento al teatro, un’occasione per acquisire nuove conoscenze su temi spesso aderenti alla formazione scolastica, ma sopratutto per stimolare riflessioni. Infatti, al termine di ogni rappresentazione, si tiene un incontro tra studenti, insegnanti e teatranti per riflettere sulle tematiche affrontate.

ARCHIVIO

 

22 e 23 ottobre 2018

CADA DIE TEATRO, Alessandro Lay
Riva Luigi ’69 ’70 – Cagliari ai dì dello scudetto
di e con Alessandro Lay
luci di Giovanni Schirru
suono di Matteo Sanna
scene di Mario Madeddu, Marilena Pittiu, Matteo Sanna, Giovanni Schirru
organizzazione di Tatiana Floris
grazie a Sandro Angioni e Sergio Albertini per i consigli preziosi

Che cos’è una lingua? “Un sistema di segni”, risponde nel modo oggi più esatto, un semiologo. Il gioco del football è un “sistema di segni”; è, cioè, una lingua, sia pure non verbale. La sintassi si esprime nella “partita”, che è un vero e proprio discorso drammatico. Ci può essere un calcio come linguaggio fondamentalmente prosastico e un calcio come linguaggio fondamentalmente poetico. Per spiegarmi darò alcuni esempi: Bulgarelli gioca un calcio in prosa: egli è un “prosatore realista”; Riva gioca un calcio in poesia: egli è un “poeta realista”.
Pierpaolo Pasolini

Nel 1970, quando il Cagliari divenne campione d’Italia, io avevo 8 anni. Non ricordo molto dello ‘scudetto’, ma ricordo come era la città, come ci vestivamo, come ci appendevamo ai tram per non pagare, l’album della Panini e le partite ‘a figurine’ sui gradini della scuola elementare. Ricordo il medagliere, con i profili dei giocatori del Cagliari sulle monete di finto, fintissimo oro da collezionare. E ricordo vagamente un ragazzo schivo, a volte sorridente, che guardava sempre da un’altra parte quando lo intervistavano. Un ragazzo che puntava i pugni in terra e si faceva tutto il campo correndo ogni volta che segnava un gol…
Alessandro Lay

27 ottobre 2018
CADA DIE TEATRO, Alessandro Mascia
Storie Meticce
di e con Alessandro Mascia
collaborazione al testo di Francesca Caminoli, Davide Madeddu e Mario Madeddu
collaborazione musicale di Alessandro Ligas, Davide Madeddu e Nicola Spanu

Storie meticce è un progetto teatrale che ricerca e confronta storie di ordinaria violenza o solitudine, determinate da un’umanità che si è voltata dall’altra parte, con storie di ordinaria bellezza di altre umanità che alla violenza e alla solitudine hanno risposto con la ‘passione umana’ e l’impegno civile. Il progetto teatrale trae ispirazione dal libro di Francesca Caminoli “Perché non mi dai un bacio?”, incentrato sulla storia di Zelinda Roccia e dell’Associazione Los Quinchos, da lei fondata in Nicaragua per dare aiuto ai bambini di strada. Rileggendo il libro, il mio pensiero andava costantemente ai bambini incontrati in Grecia nel Campo Profughi di Karatepe, nel 2016. Le immagini di quei bambini a loro volta mi hanno ricordato altri bambini e bambine della mia vita, in un rimbalzo di emozioni amplificate nella loro connessione apparentemente casuale. Da qui il piacere e il desiderio di iniziare a scrivere, a ricordare, a chiedere, per raccontare e mischiare ‘storie meticce’ di varie parti del mondo. L’obiettivo è quello di raccontare ciò che noi adulti “abbiamo fatto” e ciò che “non abbiamo fatto” rispetto al benessere ed al futuro dei nostri figli.
Alessandro Mascia

15 e 16 novembre 2018
CADA DIE TEATRO, Rossella Dassu
RAPTUS. Dal mito greco al femminicidio
di e con Rossella Dassu
voce fuori campo di Francesca Mazza
disegno luci, audio di Giovanni Schirru
elaborazione suono di Matteo Sanna
regia, collaborazione alla drammaturgia di Alessandro Lay

Quello che ci siamo proposti è un percorso a ritroso che ci permetta di identificare le origini storiche e culturali di questi gesti efferati, erroneamente definiti “raptus”, consapevoli del fatto che se si vuole avere una comprensione del presente e delle nevralgie che lo caratterizzano, bisogna ripartire dalle origini. E così siamo tornati indietro fino al mito greco, quel patrimonio ricchissimo a cui ancora oggi attingono psicologia e psicoanalisi e da cui trae origine il nostro immaginario occidentale, per scoprire che spesso accanto ad eroi dalle gesta gloriose si alternano figure femminili subalterne, spesso puramente a servizio dei protagonisti maschili, talvolta da questi tradite e abbandonate, talvolta spinte all’azione dall’orgoglio e definite di conseguenza come pericolose ed efferate criminali. Non sorprende del resto che tutto ciò che ci è stato tramandato dall’antica Grecia si sia conservato grazie alla preziosa mediazione di autori rigorosamente uomini. E così diamo voce ad alcune di quelle donne e ad alcuni di quegli uomini, immaginandoli protagonisti di un processo in cui imputati e vittime alternano la loro versione dei fatti per concludere con l’intervento di un coro/giudice che più che giudicare tenta di comprendere, consci del fatto che risieda nella comprensione l’unica possibile giustizia, se di giustizia si può mai parlare.

20 e 21 novembre 2018
CADA DIE TEATRO, Pierpaolo Piludu
CIELO NERO
di Francesco Niccolini e Pierpaolo Piludu
con Pierpaolo Piludu
voci bimbi registrate di Luca Pisano e Ousseynou Seck
disegno luci di Giovanni Schirru
sonorizzazione di Matteo Sanna
regia di Mauro Mou

Un viaggio lungo venticinque anni, dove si torna da una guerra e si parte per un’altra, ci si innamora e si fa a botte, si gioca, si ride e si fa l’amore: insomma si diventa adulti, si soffre di gelosia e solitudine, si seppelliscono i propri cari e una città bellissima e amata diventa un cumulo di macerie. Efisio e Antioco Mereu sono gemelli, e questo racconto li accompagna dai sei ai trent’anni. Due gemelli che più gemelli di così non si può: si scambiano alle interrogazioni, e pure le ragazze, si scambiano. Eppure sono diversissimi, nei pensieri e nei destini: Efisio è un buono, riflessivo, incapace di prendere grandi decisioni, studia filosofia, fa il pittore. Antioco è l’opposto: studiare non gli piace, preferisce il lavoro fisico. Il primo è indifferente al fascismo che si avvicina, il secondo è anarchico e antifascista nell’animo e quando scoppia la guerra viene spedito sul fronte peggiore che ci sia, la Russia. Efisio invece, finisce in Marina, al sicuro, sul lungo mare di Cagliari. Fino al ’43, quando i bombardieri americani riducono in polvere buona parte della città. Efisio e Antioco, protagonisti controvoglia di una storia tragica infinitamente più grande di loro, sono testimoni della rovina di quegli anni, della follia dell’Italia fascista e del delirio collettivo di cui si ammalò il popolo italiano.

19 e 20 febbraio 2019
CADA DIE TEATRO, Scuola di Arti Sceniche La Vetreria
La guerra dentro casa
di Pierpaolo Piludu
disegno luci di Giovanni Schirru
suono di Matteo Sanna e Giampietro Guttuso
realizzazioni scenografiche di Riccarda Curreli, Mario Madeddu, Massimo Pisano e Marilena Pittiu
realizzazione costumi di Albina Dessì e Antonella Matta
allestimento di Emiliano Biffi
assistente alla regia di Massimo Pisano
fotografie di scena e riprese video di Tonino Pisu
in scena Rita Anedda, Clara Belfiori, Salvatore Cao, Alessandro Congeddu, Patrizia Congia, Riccarda Curreli, Giannella Manca, Paola Ferro, Antonella Matta, Carlo Onnis, Rosalba Palla, Angela Palmas, Maria Antonietta Pinna, Susanna Pinna, Massimo Pisano, Nora Pisano, Rita Safina, Ines Sanna, Mariella Vella e Ida Ximenes

La compagnia Cada Die Teatro, in collaborazione con la Cattedra di Antropologia Culturale e con l’ISRE di Nuoro, a partire dal 2006 ha portato avanti una ricerca volta alla creazione di un video-archivio dei testimoni dei bombardamenti del 1943. Pierpaolo Piludu, inoltre, ha diretto un laboratorio teatrale con venti adulti, alcuni dei quali testimoni diretti, che si è concluso con uno spettacolo teatrale che viene replicato ogni anno, in occasione dell’anniversario dei bombardamenti. Una classe di terza elementare del 1940. Gli scolari, interpretati da attori tra i 54 e gli 85 anni, sono molto vivaci: anche se ogni giorno la maestra li mette in punizione con le ginocchia sui ceci, preferiscono giocare a “tzacca e poni” o con le cerbottane, piuttosto che imparare a memoria le frasi del Duce! Sembra non si preoccupino tanto neanche della guerra… sino a febbraio del 1943… Prima dello spettacolo verranno proiettati alcuni frammenti del documentario, prodotto dalla sede Rai della Sardegna, “Quando scappavamo col cappotto sul pigiama” con la regia di Pierpaolo Piludu e Cristina Maccioni.