ØSCENA FESTIVAL I Edizione

PROGRAMMA

ØSCENA FESTIVAL I EDIZIONE

NUOVI TEATRI DALLA LOMBARDIA

 

Animanera

FINE FAMIGLIA

UNA COMMEDIA NERA DALL’INFERNO DI UNA FAMIGLIA

 

testo Magdalena Barile/regia Aldo Cassano/con Matteo Barbè, Natascia Curci, Nicola Stravalaci, Debora Zuin

assistente regia Antonio Spitaleri/allestimento scenico Petra Trombini/costumi Lucia Lapolla /luci Fabio Bozzetta/elaborazione audio Luigi Galmozzi/produzione Animanera

con il sostegno di: Progetto Être / Fondazione Cariplo – Comune di Milano – PiM Spazio Scenico NEXT – Laboratorio delle idee per OLTRE IL PALCOSCENICO

FINE FAMIGLIA è la storia di una famiglia italiana nella sua più dannosa e nefasta accezione, dove l’esaurimento degli errori possibili non lascia più spazio alle relazioni umane. FINE FAMIGLIA è un rito natalizio di separazione. Una festa che si celebra per la fine di un’istituzione, la famiglia italiana, votata al fallimento; dopo anni di reciproche angherie, una famiglia normale giunge al livello massimo di sopportazione reciproca e di comune accordo, decide di troncare ogni rapporto ma i piani non vanno come previsto…

 

Nudo e crudo

L’Isola. Una storia di immigrazione

dall’omonimo libro di Armin Greder, ed. Orecchio Acerbo

scrittura scenica Alessandra Pasi/con Franz Casanova, Alessandra Pasi/sonorizzazione Luca De Marinis/illuminazione Marco Preatoni/elementi sceno-grafici Filippo Fossati/cura Luigi Caramia

Un mattino, gli abitanti dell’isola trovarono un uomo sulla spiaggia là dove le correnti e il destino avevano spinto la sua zattera. L’uomo li vide e si alzò in piedi. Non era come loro.

Una parabola paradigmatica dell’immigrazione clandestina senza alcuna integrazione ad allietare il finale.
Mai accolto, lo straniero è raccolto solo per l’insistenza pietosa di qualche anima pia e poi semplicemente rimosso, negato alla vista e relegato ai margini della società. Ma il rimosso ritorna, di persona e come fantasma a turbare i sonni e le coscienze degli abitanti troppo egoisti ed impauriti per osare un confronto.

Aia Taumastica

 

IL NULLA – The void

 

testo e regia Massimiliano Cividati/con Claudia Caldarano, Alex Cendron, Alice Redini, Adalgisa Vavassori e Matteo Vitanza/assistente alla regia Raffaella Bonivento/realizzazione tecnica Massimo Todini

produzione Aia Taumastica

 

con il sostegno della Regione Lombardia PROGETTO NEXT – Oltre il palcoscenico

 

Drammaturgia originale e physical theatre si mescolano in uno spettacolo che sa essere al contempo lacerante e divertente. Al centro del lavoro il concetto di rimozione, quel processo attraverso il quale quotidianamente allontaniamo dalla coscienza desideri, pensieri e memorie la cui presenza è in qualche maniera insostenibile. Tutto può diventare oggetto di rimozione, e per questo Il Nulla è costruito con la logica della play list, per assonanza ritmica e cromatica e non secondo una logica narrativa tradizionale

 

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Teatro inverso

JOY

Soggetto Davide D’Antonio/di e con Roberto Capaldo e Davide D’Antonio

Joy esplora ironicamente il paradosso del vivere per riscoprire il significato profondo della parola felicità.

Joy è una performance grottesca dove l’assurdità è presa a paradigma del nostro vivere quotidiano.
L’assurdità è, infatti, il mezzo utilizzato per smascherare ironicamente le nostre più profonde paure: Come può l’uomo continuare a vivere serenamente in un universo in cui l’accumulo di materia porterà all’implosione? Joy è una performance in cui la struttura drammaturgica si arricchisce e si definisce in rapporto alla composizione istantanea dei performer in stretta relazione con il pubblico.

Compagnia Dionisi

Serate bastarde 2

 

di Ciaravino Compare Longato Pellegrinelli/testi di Renata Ciaravino e Carmen Pellegrinelli/con Renata Ciaravino, Silvia Gallerano e Carmen Pellegrinelli, con la partecipazione straordinaria di Graziano Todisco/video Elvio Longato/luci Carlo Compare/organizzazione di Anna Sironi

 

prodotto in collaborazione con Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Teatro Verdi / Teatro del buratto

 

 

Viviamo affidandoci a idee generiche, largamente condivise, che diamo per buone per non sentirci soli. E che hanno la proprietà di farci vivere una vita non interamente progettata da noi.

Un vecchio cantante di night, ex tigre della tangenziale, filosofo maudì. Una soubrette ustionata che pensava, spettacolarizzando le sue cicatrici, di avere una chance in più. E che invece è stata dimenticata dopo una sporadica tourn&egravee nelle discoteche del Veneto. Una cantante bergamasca a fine carriera che incita alla ripresa economica a colpi di muletto su un karaoke midi. Un’imprenditrice che negli anni 80 era qualcuno e che non riesce a convincersi di non essere più niente.

Sanpapiè

BOH

di Sarah Chiarcos e Lara Guidetti/con Lara Guidetti/coreografia di Lara Guidetti/drammaturgia di Sarah Chiarcos/musiche originali e rielaborazioni di Krister/con le voci di Federico Bonaconza, Adele Pellegatta, Valentina Scuderi e Paolo Faroni/produzione Associazione ProgettArte e Compagnia Sanpapiè
in collaborazione con Comune di Castellarano e Comune di Modena

BOH è la risposta che ti dai davanti a qualcosa che non ti sai spiegare.
BOH è quello che dici quando accetti che le cose vadano come devono andare.
BOH è una sillaba che mastichi quando ammetti di essere sconfitto.
BOH è detto con gli occhi sgranati, quando non vedi l’orizzonte.
BOH è quello che dici quando non ne puoi più.
BOH lo puoi dire quando non è importante capire.
BOH è che alla fine va bene così com’è, qualunque cosa sia.
BOH di per sé non significa niente, ma è un punto fermo, non prevede repliche, domande ulteriori, complicazioni.
BOH arriva in fondo, alla fine.
BOH è semplice.
BOH è semplicemente BOH.

 

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