MP4 – Cada Die Teatro
con Francesca Loche (voce), Michele Brandinu (tastiera), Fabio Useli (basso), Maurizio Marzo (chitarra), Giorgio Del Rio (batteria)
voce narrante Alessandro Mascia
Corde di chitarre su cui nascono voci di poeti e cantautori, che raccontano estratti di vita italiana.
Un progetto che riprende alcuni classici della discografia Italiana, dagli anni 80 ai giorni nostri, lasciando spazio a brani dove il filo conduttore è lo sguardo del cantautore sulla quotidianità delle nostre vite e sulle sfaccettature della società, le passioni dell’uomo e le contraddizioni, le storie e le debolezze, le lotte e la meraviglia per piccoli scorci di bellezza. Un viaggio nel tempo non solo musicale ma anche ricco di curiosità e piccoli racconti a cura dell’attore del Cada Die Teatro Alessandro Mascia
Alcuni brani in scaletta:
Non sono un cantautore (1996) Vita (1988)
Il bandito e il campione (1993) Princesa (1996)
Bambini (1989)
Mediterraneo (1992)
Una giornata uggiosa (1980) Poetica (2017)
Il concerto si apre con il brano “Non sono un cantautore” che presenta il ruolo stesso della band che si fa da interprete per una sera del modo di vedere la vita di alcuni dei grandi artisti italiani.
E Vita è proprio il titolo del brano che segue ed un omaggio al grande Lucio Dalla in duetto con Morandi sulle parole di Mogol. Una riflessione sul proprio vissuto, sul bilancio delle esperienze fatte e la sensazione del fallimento, ma che lascia anche la speranza finale nel rivalutare tutto e che anche dai momenti difficili può nascere qualcosa di buono, mentre “le nebbie si diradano
Una vita che mette a dura prova l’uomo, facendolo cadere anche nella delinquenza, vittima della povertà o della condizione sociale, e che si trova a dover far fronte alle proprie passioni. Un dualismo che troviamo nella narrazione romanzata di Sante Pollastri e Costante Girardengo in” Banditi e Campioni”, resa celebre da Francesco De Gregori.
Spesso la musica italiana si è fatta portavoce, come in questo caso, di anime complicate, sfortunate, e uno specialista nel descrivere reietti della società era sicuramente Fabrizio De Andrè. Nel racconto della sua Princesa troviamo il dolore, mentale e fisico, ma anche la consapevolezza di riconoscere il proprio io, affrontando il rifiuto e il giudizio del mondo.
Princesa ci richiama ad ambientazioni dell’America latina, forse Fernandinho poteva essere uno di quei bambini figli dei desaparecidos, che Paola Turci, una delle nostre cantantesse più attente ai temi sociali, ha saputo dipingere con delicatezza e denuncia. Purtroppo, siamo ancora incapaci di tenere lontani i bambini da fame, guerra e violenza, e oggi più che mai, è ancora necessario dare voce alla loro innocenza.
Bambini che invece vogliamo immaginare giocare per le strade dei borghi, correre dietro un pallone, magari su una spiaggia di una delle nostre meravigliose coste bagnate dal Mediterraneo. Si aprono scorci di paesaggi, che generano nostalgia, un po’ come quella descritta nel brano “Una giornata uggiosa”, uno degli ultimi del sodalizio Mogol Battisti, dove il paese natio, con alberi in fiore, si contrappone ad una Branza velenosa, ingrigita dall’inquinamento, come è grigia anche la vita non spesa pienamente, avvolta da una malinconia di sogni non realizzati.
E se in “Una giornata uggiosa”, si rimane in una dimensione quasi rassegnata, in Poetica, Cesare Cremonini, trova conforto invece nel rapporto con la persona amata, nonostante le avversità, si troverà il modo di navigare nel buio.
Un buio che spesso avvolge chi si sente “diverso”, o chi la società definisce “diverso”, a cui la cantautrice Levante, con la sua “Tikibombom”, non dice il consolatorio e banale “non sei solo”, ma piuttosto un necessario “ce la farai anche se sei da solo”. È così che l’artista prova a dare forza all’individuo per essere “vento” e non “bandiera”, cioè, semplicemente, per riuscire a determinare con le proprie forze il suo destino verso un mondo nuovo e più accogliente.
E se il mondo non è sempre accogliente, Max Gazzè offre la sua prospettiva e se vogliamo la sua filosofia, per affrontare “La vita com’è, essendo grati per le piccole cose quotidiane. Perché non può piovere per sempre, e presto o tardi, il sole dell’amore tornerà a splendere nel cuore di ciascuno di noi.
Non sempre è facile applicare questa filosofia. La vita è cadenzata anche dalla routine quotidiana, dai doveri, dalla noia della tipica famiglia italiana. Uno spaccato descritto da Claudio Baglioni nel brano “E adesso la pubblicità” sulla natura banale e monotona della vita quotidiana e sul desiderio di fuggire da tutto ciò. I testi dipingono un quadro di una famiglia e delle loro lotte, con ogni membro che si sente intrappolato a modo suo, un giovane desideroso di vivere qualcosa di più nella vita, al di là dell’ordinario, i sogni insoddisfatti della madre, il pessimismo del fratello, la risata del padre che nasconde tristezza.
La frase ripetuta “E adesso la pubblicità” agisce come un ritornello ricorrente durante la canzone, simboleggiando l’interruzione e la distrazione della vita quotidiana. Rappresenta la fuga temporanea offerta dalla pubblicità e dalle influenze esterne, che momentaneamente distraggono dalla durezza della realtà. Il protagonista, insieme alla propria famiglia, cerca di affrontare le varie difficoltà, ma trova conforto solo in fugaci momenti di distrazione, rappresentati dalle pause pubblicitarie.
Un concetto che richiama una celebre intervista di Oriana Fallaci a Totò in cui disse:
“Forse vi sono momentini minuscolini di felicità, e sono quelli durante i quali si dimenticano le cose brutte. La felicità, signorina mia, è fatta di attimi di dimenticanza”.
La famiglia e i rapporti familiari spesso hanno ispirato i grandi cantautori, brani celebri sono stati dedicati alla figura materna o paterna in modo romantico. Ma anche questo rapporto non è immune da conflitti e da incomprensioni, che trovano solo dopo anni, o magari quando è troppo tardi, un significato diverso, come ci canta Carmen Consoli nel suo brano “In bianco e nero”.
Ma ovviamente tra i sentimenti che maggiormente hanno ispirato la musica italiana, c’è l’amore. Amore spesso travagliato, sofferto, conquistato, finito, conflittuale.
Un conflitto che non è detto sia direttamente col partner, ma con sé stessi, nella “gestitone” di quel rapporto con le sue contraddizioni, debolezze e compromessi.
Avevamo annunciato che il repertorio proposto stasera, sarebbe stato basato prevalentemente sugli anni ’80 ma vogliamo lasciarvi con un’artista meravigliosa che appartiene ad una generazione successiva, Elisa, con un brano che descrive una persona che è spesso distratta e disconnessa dal mondo, che vive superficialmente, non sperimentando appieno la vita, nascondendosi dietro una facciata, credendo che nessuno si accorgerà del loro vero io, ma solo quando sarà in grado di abbracciare l’amore, lasciare andare le inibizioni, “Ecco che” potrà trovare pace e felicità dentro di sé, apportando un cambiamento di prospettiva o una realizzazione.
È con questo messaggio di speranza che vi lasciamo, vi ringraziamo e vi invitiamo a vivere intensamente, sperimentando e celebrando la vita ogni singolo istante.
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INFO E PRENOTAZIONI
Tel 3282553721 – 0705688072 – biglietteria@cadadieteatro.com
Apertura biglietteria un’ora prima dell’inizio degli spettacoli
La Vetreria via Italia 63, Pirri – Cagliari
Biglietto: € 8,00 – ridotto €5*
Presentazione libri, ingresso gratuito – Si ringrazia la libreria Cocco e La Zattera Edizioni
*under 26, over 65, residenti a Pirri, operatori, studenti universitari, soci Anpi