AHAB

Sabato 5 Agosto
ore 19.00 ULASSAI, Stazione dell’Arte

PLEIADI ART PRODUCTIONS_CAMPSIRAGO RESIDENZA
AHAB – 55’
con Mariasofia Alleva /video Alberto Sansone /scenografie Stefania Coretti /cura del suono Diego Dioguardi /luci Michele Losi /drammaturgia Mariasofia Alleva, Riccardo Calabrò, Michele Losi / regia Michele Losi /produzione Campsirago Residenza

L’oceano marino e i suoi innumerevoli volti, risorsa di bellezza e di terrore. L’oceano che inghiotte corpi umani o li risputa, concedendo loro la grazia e salvandoli dal naufragio. L’oceano che sa essere inferno di memorie sepolte in acqua, o purgatorio di passaggio per migranti che aspettano di scorgere nuove terre, o ancora paradiso di speculazioni, per soprusi e devastazioni ambientali.
Quattro quadri che indagano il rapporto ancestrale tra uomo e natura, tra figlio ribelle e madre derubata, tra ospite ambizioso e padrona vendicativa. Quattro quadri per altrettanti personaggi e altrettante prove d’attore. Si comincia con Ismaele, personaggio letterario già narratore in prima persona del romanzo Moby Dick di Herman Melville. Lo ritroviamo sul palco in veste di unico sopravvissuto alla strage del Pequod, la nave che sotto la folle guida del capitano Ahab tentò invano di catturare la mitologica balena bianca. Lo osserviamo ciondolare come ebbro di nulla, privato dalla catastrofe, adesso, di uno scopo in vita che non sia quello di eterno testimone che fronteggiando il riaffiorare dei demoni dalle acque riporti all’attenzione dello spettatore frammenti di memoria di quei famosi giorni di spedizione in mare a caccia del cetaceo.
Da secolo XIX della spedizione compiamo poi un viaggio attraverso lo spazio e il tempo che si conclude ai giorni nostri, arrivando ad un ultimo quadro in cui l’attualità di oggi dirompe e ci chiede appello nelle parole di una giornalista che cerca, con la sua lotta per un’informazione corretta, di arginare e contrastare i disastri ambientali ad opera delle industrie petrolchimiche.
Acque violentatrici e acque violentate, dunque. La stessa dicotomia che possiamo ritrovare nei restanti due quadri, nei due personaggi nel mezzo del nostro percorso. Da una parte abbiamo un profugo in mare, in bilico tra la vita e la morte, spinto nella lotta per tenersi a galla unicamente dal proprio sguardo vigile che attende all’orizzonte il miracolo, in un lembo di terra. Dall’altra invece, una donna d’affari a capo di un fondo speculativo. Una figura metropolitana, apparentemente distante dalla voce dell’oceano, finché quest’ultimo, in seguito all’esplosione di una piattaforma petrolifera, non viene a reclamare il suo tributo, sconvolgendo gli affari economici della protagonista.

Biglietto intero € 6.00
Biglietto ridotto € 5.00
Esclusivamente per i minori di 26 anni, gli over 65 e i residenti a Jerzu, Ulassai e Osini.
All’ingresso verrà effettuata la verifica delle condizioni per poter usufruire della riduzione.